La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare…..mi fido di te…”Lorenzo Cherubini 

funanboloQuesta poetica frase, tratta dal testo di una canzone di Jovanotti, è a mio avviso emblematica rispetto a dei vissuti psicofisici,quali sono le Vertigini, che in alcuni momenti  possiamo avvertire senza nessuna motivazione patologica. Mi è spesso capitato di ascoltare alcuni miei pazienti che non riescono a spiegarsi il sopraggiungere improvviso di vertigini o sensazioni di sbandamento momentaneo.Sistematicamente, dopo aver chiesto di descrivere tali sensazioni e i momenti in cui vengono avvertite, iniziamo insieme a pensare al presente, e nello specifico a quali situazione o pensieri convivono nella persona.Da subito si evidenziava che la condizione in cui si trova il paziente è di  bilico fra due istanze, come ad esempio scegliere fra: andare o non andare, cambiare o non cambiare, lasciarsi andare oppure no.
Tutte queste situazioni di bivio, vissute apparentemente come pensieri che semplicemente  si alternano nella “mente”, in realtà sono riprodotte sempre a livello muscolare in modo impercettibile ma efficace, al punto tale da creare una concreta alternanza di aggiustamenti posturali a seguito di vere e proprie microscillazioni da “un versante all’altro del corpo” e non solo fra un pensiero e l’altro. Ecco le vertigini!

trapezistiSvelato il processo che genera tale malessere, ovviamente il mio compito clinico e di far elaborare prima tale vissuto e accompagnare la persona nella scelta, cercando di farla restare più possibile aderente alle sue reali, profonde esigenze e volontà.
La Vertigine, riprendendo fedelmente il testo della canzone è voglia di volare! e per volare è necessario  lanciarsi ma soprattutto lasciarsi andare, condizione per la quale è indispensabile fidarsi prima di “qualcuno che stia li a prenderci se cadiamo” e conseguentemente ciò porta ad aver fiducia in noi stessi.

volare chagalL’esperienza della Fiducia dovrebbe nascere e fortificarsi nel tempo all’interno delle relazioni significative del bambino, con i propri genitori in primo luogo, ma anche con parenti, amici ed educatori.Ci si dovrebbe alimentare di fiducia come di cibo ma purtroppo non accade sempre così, o almeno non del tutto, così questa insicurezza, che non mi annoierò mai di ripetere,è sempre un concetto psicofisico che si inscrive nel corpo e quindi nelle sensazioni e vissuti,si traforma in necessità di “Controllare”.

Controllare in primis il proprio corpo, creando rigidità posturale e controllare i propri pensieri, che si traduce in un pensiero iper razionalizzante che allontana l’individuo dai suoi veri bisogni. In questa rete di pensieri è facile restare bloccati al bivio e il compito dello psicoterapeuta  è proprio quello di far vivere alla persona quella condizione di fiducia per cui riuscirà a dire “mi fido di te” e quindi poi anche di me… e ora posso anche Volare!!